Gelosia: un sentimento nobile che spesso diventa patologico.
“Un vezzo, persino un sigillo d’amore che alimenta la passione. Più volte, però, un disagio che può sfociare in dramma. Tante storie vere rivisitate con il filtro dello specialista che suggerisce le “terapie” per venirne fuori. E vivere felici e contenti…”
Così diceva Iago parlando ad Otello, mentre ordiva un tranello per renderlo folle di gelosia… La gelosia è un sentimento universale dell’animo umano, spesso abbinato all’amore. Ma se l’amore viene considerato un sentimento nobile, di cui andare fieri, la gelosia invece nell’immaginario collettivo suscita emozioni negative: il geloso, mentre si corrode per la persona che ama, coltivando dubbi e sospetti, appare personaggio infelice e tormentato.
Accade che la gelosia talvolta venga ostentata, come un ciarlare salottiero, un vezzo femminile, ma dai più viene spesso mascherata o negata per vergogna.
Per costoro il dazio è assai caro, alcuni somatizzano con bruciori di stomaco, coliti, emicranie, altri ancora esplodono in una rabbia furiosa quasi cieca.
La gelosia attanaglia sia chi la vive che chi la subisce.
I primi soffrono, prevale il dolore emotivo, la sensazione di perdita, con molte e diverse reazioni dalla collera alla rabbia, da una strana e confusa eccitazione al pianto.
I secondi, superata la fase di sentirsi privilegiati da tanta attenzione e amore, sperimentano vissuti di impotenza, di soffocamento, di disperazione intensa.
Ma cos’è in realtà la gelosia? Perché si è gelosi?
La gelosia è uno stato d’animo di sofferenza nel quale vengono messi in dubbio l’amore, la affidabilità, la fedeltà della persona amata: quando si annida è pervasivo e insidioso, il tarlo obbliga al controllo dell’altro, diventa una ossessione, un dubbio costante mai soddisfatto.
Le motivazioni psicologiche della gelosia sono molteplici:
la paura dell’abbandono, che trova radici fin dall’infanzia, quando, da piccoli, abbiamo paura che qualcuno possa sottrarci le persone amate. Da grandi, anche contro il nostro volere, un piccolo dettaglio può far scattare di nuovo la stessa paura.
Come nel caso di Anna e Dario, entrambi musicisti, lei suona il flauto traverso, sposati con un bebè di pochi mesi: un giorno Anna trova sul sedile dell’auto un frammento di unghia finta, laccata e ben curata… guarda le proprie corte corte, un piccolo indizio si trasforma in un incubo. Ogni sera quando il marito ed il piccolo dormono Anna va in garage ed inizia l’ispezione, ogni centimetro della vettura viene controllato, ma non è mai abbastanza…
E lei sta male, soffre per la sua dignità ferita ma non si dà tregua. Prigioniera del suo dubbio, persevera… Lei sa che Dario è fedele ma ritorna in lei un sentimento antico, quando suo padre lasciò la famiglia per un’altra donna…la possessività è un’altra faccia della paura di essere abbandonati, che viene compensata col bisogno di sentire il pieno possesso e controllo dell’altro.
Si presenta Elide, una bella ragazza, sposata con un personaggio noto. Racconta con angoscia del suo rapporto, della propria fedeltà e dei comportamenti sempre più esasperati del consorte: lui la controlla, quando porta i bimbi a scuola è obbligata a fare sempre lo stesso percorso perché sa che lui verificherà puntualmente il contachilometri e il tempo impiegato. Lei non gli è mai stata infedele, ma ossessionata dal controllo vorrebbe tanto che lui le mostrasse un po’ più di fiducia, oppure che il contachilometri si rompesse…
Bisogno di esclusività: è un tipo di gelosia molto comune, molto diffusa, il bisogno di entrare nell’immaginario dell’altro in modo esclusivo, senza che l’altro abbia mai pensieri o attenzioni erotiche verso altre persone, siano queste reali, immaginarie o “virtuali”. Nasconde spesso la paura di essere messi a confronto con “altri” e uscirne perdenti…
“…è così che ho scoperto mio marito che guardava i dvd porno, e si masturbava anche, – racconta Milena – non ho più pace, sono gelosa del fatto che i suoi occhi possano guardare e apprezzare porno dive”.
Milena soffre per gelosia ma anche per la competizione tra lei e i corpi “finti” che mai il consorte potrà avere, si sente messa da parte e si chiede perché, disperata di non poter competere con le ragazze del video.
Bisogno di controllo… che poi si ritorce contro.
Giacomo aveva trovato una soluzione a suo avviso illuminante. La giovane moglie era in doccia, rapido come un falco aveva preso il suo cellulare, aveva richiesto il servizio, scoperto su un sito internet inglese: 5 minuti e tutto era perfetto. D’ora in poi poteva seguire tutti i suoi movimenti attraverso il cellulare: con una modica spesa, il servizio “tracciava” i movimenti del cellulare senza che la moglie lo sapesse, nella piena legalità.
Ma un atto di controllo si era trasformato in un inferno, al rientro chiedeva dove fosse andata, ma mai una risposta certa perché era ovvio che la rigorosità non le apparteneva! Ora recuperava i 3 bambini, ora accompagnava le sue due sorelle minori senza patente, ora era al servizio dei genitori e della propria madre che giunta a Milano voleva vedere curiosare girare…
Un inferno che avrebbe minato la sua e la loro vita… (il servizio esiste veramente ma il consiglio è: non provateci!)
Quando è patologica
Esiste una gelosia normale e una gelosia patologica: è una questione di intensità della gelosia, che entro certi limiti è fisiologica ma oltre un certo gradiente porta a comportamenti eccessivi, criminali, distruttivi. Presa nelle giuste dosi è una spezia che insaporisce il rapporto: una piccola quantità di gelosia funziona da “collante” tra partner, attenzione però! se è troppa lo rende insopportabile.
Liana lo aveva perdonato, era stata una avventura priva di importanza. Ma ora nell’intimità lo obbligava a descrivere ogni dettaglio erotico condiviso con l’altra, anzi doveva guidarla così lei poteva fare altrettanto, anzi meglio.
Inizialmente era una cosa strana ma divertente, poi lui si sentì soffocare, non poteva più desiderare alcuna intimità perché provava orrore.
Per lei il fantasma dell’altra alimentava l’immaginario e la disponibilità erotica, anzi la legittimava a fare cose forse desiderate ma inibite; per lui riesumare la vecchia storia mortificava la sua erezione, anzi la seppelliva…Ci sono gelosie che distruggono solo, e altre gelosie che rendono più afrodisiaco il rapporto, che accendono l’eros….
Se scatena l’erotismo
Ci può essere una gelosia strategica: tipicamente femminile volta a far ingelosire l’altro.
Così Marilena, triste di non ricevere più attenzioni dal marito, inizia a solleticarlo con amanti immaginari, telefonate interrotte e bisbigliate, ritardi dall’ufficio senza motivi, ma anche attenzioni diverse nella cure di sé… quella lingerie più curata per recarsi al lavoro, ma perché? E lui piano piano diventa geloso e ritrova l’eros e l’intrigo di un tempo, la pedina la controlla, la corteggia e Marilena osserva… finalmente la strategia ha funzionato…”Ma, dottoressa, perché si deve arrivare a tanto?…”
Forse il fascino è dato dalla complessità che si è creata: lei più intrigante per recitare meglio la parte risveglia l’inquietudine di lui, la gelosia diventa un afrodisiaco naturale che riaccende sopite passioni. Gelosie patologiche: sono le gelosie esagerate, immotivate, distruttive. La più frequente è quella retroattiva, in cui il passato dell’altro viene indagato, vivisezionato senza fine, senza che il partner possa far niente per opporsi.
Entrambi hanno i volti e le espressioni disperate, faticano a parlare, è lui che racconta: sposati da un anno, ogni sera chiede a lei di raccontare i suoi trascorsi sentimentali, le sue storie, deve ripetere la stessa versione altrimenti lui da buon contabile annota ogni variazione, alimentando sospetti, diventa più incalzante, e l’indomani si riconsuma il dramma. Anna non riesce a fuggire ma neanche a sottrarsi a questo rito crudele. Entrambi chiedono requie esasperati e logorati: forse un aiuto farmacologico è un inizio per sedare un’ ossessione che genera angoscia, un modo per trovare pace e poi capire (con un percorso psicoterapeutico) cosa si nasconde dietro questa gelosia ossessiva.
Gelosie criminali: sia nella letteratura che nella realtà a volte la gelosia esplode nei cosiddetti “drammi della gelosia”, atti estremi di situazioni apparentemente senza uscita. Solo un atto criminale sembra in grado di porre fine ad una tensione estrema che annulla ogni percezione della realtà: la possessività, il bisogno di controllo, la paura dell’abbandono diventano talmente forti da annullare la normale spinta a vivere.
Terapia
La gelosia si può curare?
Si. Per curarla bisogna investire sulla propria autostima e sicurezza personale. Non è un percorso semplice, a volte è fondamentale il ruolo del partner (sarà fedele o no?)
È comunque necessario prima di tutto riconoscere e imparare a gestire la gelosia.
Se lieve ci sono regole comportamentali e imput di riflessione per comprendere, elaborare e superare il disagio, se molto grave è opportuno anche un supporto farmacologico.
Evitare i comportamenti di controllo ossessivo: la persona gelosa è alla continua ricerca di conferme e verifiche, ma questa condotta distrugge chi agisce, ne ferisce la dignità senza risolvere il problema. Tutte le energie che potrebbero essere investite nel comunicare con il partner, vengono invece utilizzate per aumentare i meccanismi di controllo. Ma più si controlla, più i dubbi aumentano: la gelosia acceca, produce miopia, la persona gelosa arrovellata dai suoi stati di animo perde di vista l’obbiettivo di mantenere il contatto con l’altro.
La gelosia passa quando finisce l’amore: è una cosa strana, ma siamo gelosi solo quando siamo attaccati ad una persona. Se il rapporto è proprio destinato a finire prima o poi finirà, e così finirà anche la gelosia per quella persona (salvo ricominciare per qualcun altro).
La gelosia passa quando prevalgono la fiducia e la comunicazione: dato che la gelosia nasce dalla paura dell’abbandono e del tradimento, il giorno in cui tra i partner sarà creata una vera intesa basata sulla comunicazione e sulla fiducia, anche dolorosi vissuti precedenti potranno piano piano rimarginarsi
e guarire. La gelosia non scomparirà mai del tutto (è un sentimento troppo importante nella natura umana) ma sarà possibile conviverci assieme e mantenerla a livelli fisiologici.
di Laura Rivolta
in Mondosalute.it